MARIO STEFANO
La serie di opere "Sacro e Profano" di Mario Stefano rappresenta un'interessante combinazione di elementi classici e contemporanei. La scelta di raffigurare icone classiche come una Venere o una Madonna con Bambino in primo piano richiama l'arte tradizionale e l'estetica rinascimentale. L'uso dell'olio e la tecnica degli antichi maestri conferiscono ai dipinti una qualità autentica e una ricchezza di dettagli. L'icona della pittura classica, con le sue linee eleganti e i toni sfumati, sembra emergere dallo sfondo caotico dei graffiti. Questa rappresentazione simbolica può essere interpretata come un richiamo all'importanza e alla durata della tradizione artistica classica nel contesto moderno. L'artista sembra voler sottolineare che, nonostante l'avvento di nuove forme di espressione artistica, la pittura classica conserva ancora la sua rilevanza e la sua bellezza intramontabile. Questa combinazione insolita di stili e temi può suscitare diverse interpretazioni. Potrebbe essere vista come una riflessione sull'evoluzione dell'arte e della società, sul rapporto tra tradizione e modernità. Potrebbe anche essere interpretata come un modo per mettere in discussione i confini tra l'alto e il basso, tra l'arte "alta" e quella "popolare". Nel complesso, la collezione "Sacro e Profano" di Mario Stefano offre una prospettiva unica sull'arte e la sua relazione con la società contemporanea. La combinazione di stili e temi diversi crea un'esperienza visiva stimolante e invita lo spettatore a riflettere sulla continuità e la trasformazione dell'arte nel corso del tempo. È interessante notare inoltre come Mario Stefano abbia ripreso il simbolo della lampada elettrica a forma di occhio presente nel dipinto di Picasso, Guernica, e lo abbia utilizzato come elemento ricorrente nelle sue opere, posto quasi sempre in alto sulla composizione. L'occhio rappresenta un simbolo potente, che può avere molteplici interpretazioni. Nell'opera originale, l'occhio di Dio che giudica l'umanità dall'alto rappresenta un'idea di divina giustizia e osservazione. È affascinante vedere come Mario Stefano abbia reinterpretato questo simbolo, utilizzandolo per trasmettere il suo messaggio sulle condizioni umane nel mondo contemporaneo.
Massimiliano Reggiani
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